la

la
1la
art.det.f.sing., pron.pers. di terza pers.f.sing.
I. art.det.f.sing.
I 1. FO preposto a sostantivi femminili singolari, serve a individuare un particolare componente di una classe, a cui si sia già fatto riferimento nel discorso: osservavo una bambina, la piccola giocava in cortile, che si supponga noto o comunque già identificato dall'interlocutore: la professoressa oggi era ammalata, che rappresenta un'entità unica nel suo tipo o universalmente nota: la terra, la luna | è usato davanti a cognomi preceduti da un titolo o in quanto nomi di personaggi femminili illustri: la professoressa Rossi, la Luxemburg; anche per indicare in generale la loro opera: ho letto tutta la Deledda; precede il cognome di una donna: la Bianchi | RE lomb., precede un nome proprio femminile: la Silvia | usato davanti a nomi propri femminili non riferiti a persone: la Lazio, la FIAT, la Senna | davanti alla forma comparativa dell'aggettivo femminile, introduce il superlativo relativo: la più bella delle sorelle, la più noiosa delle serate | con valore restrittivo, precede l'antecedente di una proposizione relativa: la ginnasta che abbia ottenuto il miglior tempo arriverà alle gare regionali
I 2. FO serve a indicare un valore astratto o generico: la fede, sopportare la sofferenza
I 3. FO usato con valore dimostrativo interposto tra un nome di persona e un aggettivo o sostantivo che costituisca un soprannome o indichi una qualifica: Giovanna la Pazza, Maria la panettiera | in espressioni temporali, con valore di questa o quella: dobbiamo concludere entro la settimana
I 4. FO con valore temporale, anche distributivo: lo vidi la domenica dopo, qui fa freddo la notte
I 5. LE costruisce l'accusativo alla greca: sparsa le trecce morbide (Manzoni)
I 6. LE con significato affine a quello dell'articolo indeterminativo: lucean li occhi suoi più che la stella (Dante)
II. pron.pers. di terza pers.f.sing.
II 1. FO forma atona di ella, lei, essa, usata come complemento oggetto, in posizione proclitica o enclitica, riferita a persone o cose grammaticalmente di genere femminile: «Maria?» «Non la vedo da tempo», quella gonna mi piace molto, penso che la comprerò, bevila finché è calda, eccola qui!; in posizione enclitica dopo verbi di modo indefinito: cominciò a guardarla, ascoltandola capì che aveva ragione | forma atona di lei, pronome di cortesia, riferito a persona di riguardo anche di sesso maschile, nel qual caso si concorda al maschile: la ringrazio molto, arrivederla, la vedo molto occupato, signor Rossi; in lettere di stile formale spec. con iniz. maiusc.: con la presente La invitiamo a..., ringraziandoLa per la Sua attenzione, colgo l'occasione per...
II 2. FO con valore di oggetto indeterminato, forma numerose locuzioni: come la mettiamo?, chi la fa l'aspetti, finiscila, bisogna farcela, se l'è svignata
II 3. RE tosc., come soggetto, in posizione proclitica, con funzione gener. pleonastica: la va male, l'è così, la mi buttò le braccia al collo
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DATA: 963.
ETIMO: lat. (ĭl)la(m) femm. di ille "quello".
NOTA GRAMMATICALE: pl. le; il sing. dell'art.det. si elide sempre davanti a vocale (l'ape, l'edera), il pl. raramente, spec. in usi letterari (l'ali); il sing. del pron. si può elidere davanti a vocale, purché non crei ambiguità (Carla l'ho vista ieri, non l'invidio, signora); si combina con le preposizioni semplici formando preposizioni articolate e locuzioni preposizionali.
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2la
s.m.inv. AU TS mus.
nella terminologia musicale in uso nei paesi latini, sesta nota della scala maggiore naturale di do: la minore, la bemolle | corda o tasto di uno strumento corrispondente a tale nota | tonalità che ha come fondamentale tale nota: sonata in la minore
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DATA: 1527.
ETIMO: dalla prima sillaba del lat. labii, parola iniziale del sesto emistichio dell'inno a san Giovanni di Paolo Diacono, solfeggiato da Guido d'Arezzo.

Dizionario Italiano.

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